Come stare bene a 50 anni: i benefici dell’attività fisica
Voler stare bene è un’esigenza di tutti, soprattutto dei meno giovani che spesso hanno qualche acciacco dovuto alla vecchiaia. Per combattere questi dolori, i servizi di Sanità Pubblica di tutto il mondo hanno individuato come beneficio principale il movimento attivo.
Nell’adulto infatti non solo l’attività fisica non è quasi mai controindicata, ma anzi agisce positivamente, migliorando il proprio stato psico-fisico e prevenendo varie patologie e degenerazioni che si manifestano frequentemente con l’invecchiamento.
Al contrario, la sedentarietà, associata ad altri fattori di rischio, può contribuire allo sviluppo di malattie croniche dell’apparato cardio-vascolare o muscolo-scheletrico, peggiorando anche stati patologici pregressi. Agli aspetti legati alla salute fisica, si aggiungono quelli psichici, che possono portare a solitudine, a stati ansioso-depressivi o a deficit cognitivi sino alla demenza.
Effetti positivi dell’attività fisica
Le ricerche scientifiche hanno dimostrato che l’attività motoria svolta regolarmente ha effetti positivi sull’apparato cardiovascolare, su quello respiratorio, su quello endocrino e sul metabolismo.
Più nel dettaglio:
- riduce l’incidenza di:
- malattie cardiovascolari
- infarto e morte improvvisa
- diabete
- osteoporosi
- patologie articolari e muscolo-scheletriche.
- tumori del colon
- sviluppare demenza
- previene o riduce l’ipertensione
- comporta calo ponderale con conseguente ridotti rischi legati all’obesità
- migliora il tono dell’umore e quindi riduce gli stati d’ansia e le forme depressive
- migliora la capacità di movimento e l’elasticità muscolare
Quando è utile l’attività fisica?
L’attività fisica è consigliata a tutte le età, tuttavia, in presenza di patologia in fase acuta o di riacutizzazione di una malattia cronica, è buona cosa sottoporsi ad una visita preliminare dal medico che valuti, magari dopo un ulteriore approfondimento diagnostico, il percorso terapeutico più indicato.
Solamente quando la situazione si sia stabilizzata si potrà considerare di individuare l’attività motoria di mantenimento più adatta al soggetto, in base alle sue caratteristiche psico-fisiche, alla sua attitudine sportiva e al suo controllo posturale.
Quest’ultimo aspetto non deve essere sottovalutato, visto che le cadute rappresentano un problema molto diffuso soprattutto nei più anziani, con conseguenze anche molto gravi. Molto utile a riguardo può risultare l’utilizzo della DELOS, una strumentazione che permette di valutare l’influenza dell’informazione propriocettiva, visiva e vestibolare sul controllo posturale e sul movimento, nelle varie situazioni di appoggio e sensoriali.
Dai dati raccolti è possibile, con l’aiuto del terapista, allenare il soggetto al recupero del proprio equilibrio, riducendo in maniera significativa il rischio di cadute, consentendogli di praticare, in sicurezza, attività più complesse.
Quando è controindicata l’attività fisica?
L’attività motoria con le caratteristiche sopraindicate è assolutamente sconsigliata in presenza di gravi problemi cardio-circolatori quali:
- aritmie gravi
- angina pectoris non stabilizzata
- scompenso cardiaco
- infarto cardiaco recente
In caso di ipertensione o patologie cardiache stabilizzate (anche in infartuati non recenti) l’esercizio fisico moderato e controllato, dopo opportuna valutazione medica, può dare grandi benefici all’equilibrio psico-fisico del paziente.
Qual è l’attività motoria più adatta?
Come detto l’esercizio fisico, utilizzato allo scopo di mantenimento o di prevenzione, verrà scelto dal medico tenendo presente le capacità dell’individuo, le sue preferenze (risulta poco utile prescrivere l’attività in piscina a chi mal sopporta l’acqua…), e naturalmente la sua condizione clinica.
Di conseguenza potrebbe essere indicata l’attività in scarico (cioè senza l’appoggio dei piedi a terra) per i soggetti con problemi cronici agli arti inferiori o alla schiena. Al contrario la bicicletta o certi stili del nuoto potrebbero essere controindicati in presenza per esempio di ernie discali e così via.
Una volta individuato l’esercizio da praticare, occorre che questo sia ben programmato e modulato, ricordando che i risultati migliori si hanno con un’attività moderata da praticare però in maniera costante, 2/3 volte la settimana.
La condizione ideale si otterrebbe associando ad un’attività aerobica di 30/45 minuti (camminare, nuotare o pedalare) da svolgere 5/6 volte la settimana, delle sedute bisettimanali di ginnastica posturale di gruppo (Back School) sotto la guida di un fisioterapista a conoscenza dello stato psico-fisico del soggetto.
È fondamentale infatti che al soggetto venga prescritto un programma personalizzato di esercizi da svolgere, evitando quelli troppo impegnativi od intensi, e tenendo presenti patologie pregresse o condizioni che potrebbero riacutizzarsi. Dovrà inoltre essere verificata costantemente la tolleranza agli esercizi prescritti, variando periodicamente il programma, in maniera da evitare la ripetitività e stimolare l’attenzione del soggetto.
Come detto ne traggono quasi immediatamente beneficio le attività di vita quotidiana più semplici, come camminare, alzarsi da posizione seduta o fare le scale. Successivamente migliora lo stato generale, con recupero di forza muscolare, elasticità articolare e diminuzione dei dolori di tipo artrosico.