Gli anziani e gli infortuni domestici: un problema da non sottovalutare
In Italia si contano ogni anno circa 4 milioni di infortuni domestici ed una grossa percentuale di questi coinvolge gli ultra sessantenni. L’evento più ricorrente negli infortuni degli anziani è sicuramente rappresentato dalle cadute più o meno accidentali, che comportano ovvie ripercussioni sul piano sociale ed economico.
Le cadute, a casa propria o nelle strutture assistenziali, rappresentano infatti la prima causa di ricovero e di decesso per incidente domestico a causa di un trauma cranico o della frattura degli arti inferiori (soprattutto il femore).
Non sono da trascurare poi le conseguenze a livello psicologico delle cadute nell’anziano: il timore di cadere di nuovo e la conseguente perdita di sicurezza possono creare stati di depressione e di ansia che riducendo i contatti sociali accelerano il declino psico-fisico.
Fattori di rischio
Molteplici sono i fattori che aumentano i rischi di caduta nell’anziano:
Fattori intrinseci
- età (rischio aumenta con la crescita dell’età)
- sesso femminile (vengono coinvolte maggiormente le donne)
- alterazioni della mobilità (artrosi, artriti, meniscopatie, condropatie)
- alterazioni dell’equilibrio
- difficoltà visive
- debolezza muscolare da ridotta attività motoria
- osteoporosi, osteopenia
- stati di demenza
- epilessia, Parkinson ed altri stati patologici pregressi
- assunzione di farmaci con effetti collaterali sull’equilibrio, sulla vista ecc.
- cadute precedenti con conseguente senso di insicurezza
- utilizzo di ausili (stampelle o bastoni)
Fattori estrinseci
- ostacoli domestici (oggetti, mobili, animali)
- proprio domicilio (soggetti più autonomi ma meno assistiti)
- camera da letto, cucina e bagno (le stanze più “a rischio”)
- scale
Aumentano le cadute, aumentano i costi
Gli infortuni domestici causati da cadute nell’anziano comportano altissimi costi sia per il paziente e i suoi familiari, che per la collettività.
I ricoveri in strutture pubbliche e private, con danni che vanno dalle fratture più disparate a quelle ancor più pericolose degli arti inferiori, possono portare ad allentamenti definitivi, portando con sé tutte le problematiche dell’assistenza in casa o in strutture pubbliche o private.
Ecco quindi la necessità di intervenire in maniera preventiva sulle cadute domestiche, coinvolgendo in questa missione gli anziani ma anche i loro familiari, per evitare di dover affrontare da un momento all’altro le problematiche legate all’assistenza di un proprio caro che fino a quel momento risultava più o meno autosufficiente. E magari evitando a genitori o parenti di essere costretti a vivere in strutture per anziani che, come abbiamo purtroppo visto recentemente, non sono al riparo da altre negatività.
Come prevenire e ridurre il rischio di cadute nell’anziano
Non potendo agire su fattori intrinseci immutabili come l’età od il sesso, o su patologie pregresse degenerative e progressive, cerchiamo di individuare gli ambiti su cui possiamo intervenire per ridurre il rischio di cadute nell’anziano.
Innanzitutto risulta fondamentale non sottovalutare, da parte dell’anziano, il ripetersi di episodi che hanno comportato cadute non dannose o anche solo il rischio di cadere. Occorre in questo caso riferire questi episodi al proprio medico di riferimento, in modo che egli possa sottoporre il paziente ad una valutazione multifattoriale dei rischi.
La revisione, per esempio, dei farmaci prescritti precedentemente (soprattutto nel caso di sedativi, narcotici, psicotropi od antidepressivi) può portare a ridurre effetti collaterali come capogiri, vertigini ed alterazioni dell’equilibrio.
Possono essere inoltre necessari nuovi accertamenti diagnostici per riscontrare alterazioni della vista o dell’equilibrio. Molto utile, per valutare il rischio di caduta nell’anziano risulta la pedana DELOS, test di semplice esecuzione, di breve durata ed economico, e ripetibile. Con questa metodica (utilizzata anche per sportivi di altissimo livello come i cestisti delle squadre NBA) è possibile inoltre allenare quei meccanismi inconsci di mantenimento dell’equilibrio posturale che sono i propriocettori, e ridurre in maniera significativa il rischio di cadute nell’anziano.
È comunque sempre raccomandata, a parte casi particolari come neoplasie o patologie cardiocircolatorie gravi, l’attività fisica da praticare in maniera costante e personalizzata in rapporto alle proprie caratteristiche psico-fisiche. L’esercizio fisico, oltre agli ormai risaputi effetti sull’apparato cardiovascolare, su malattie metaboliche come il diabete, sul tono dell’umore e sulla socialità, agisce positivamente sulla forza muscolare, sull’equilibrio e quindi sulla deambulazione.
In questo caso la tipologia dell’attività sportiva da praticare viene individuata tenendo presenti le caratteristiche psico-fisiche dell’anziano, cercando di abbinare esercizio aerobico a ginnastica muscolo-scheletrica (per esempio la cyclette alla Back School).
Per quanto attiene i fattori ambientali è necessaria una valutazione preliminare dell’ambiente in cui vive l’anziano, cercando di rendere gli spazi più ampi e sicuri.
In questa direzione è utile l’aumento dell’illuminazione vicino al letto e nelle stanze, la rimozione di oggetti o mobili che possono risultare ingombranti, l’utilizzo di calzature antiscivolo, sbarre o maniglie posizionate in punti strategici, sanitari abbassati e modificati.