Ecografia muscolo-scheletrica
L’Ecografia muscolo-scheletrica, utilizzando sonde di ultima generazione ad alta frequenza, permette l’analisi ottimale delle strutture muscolo-tendinee consentendo di evidenziare alterazioni strutturali, lesioni o patologie degenerative.
È un esame di primo livello, uno tra i primi test diagnostici da eseguire in caso di dubbi da parte del clinico.
Come funziona l’ecografia?
L’esame ecografico si basa sull’analisi delle immagini prodotte da un fascio di ultrasuoni emesse da una sonda (trasduttore) sulle strutture umane. La differente densità che contraddistingue ossa, muscoli, tendini, cartilagini definisce quindi immagini diverse tra loro con aspetti iper-ecogeni (molto chiari…), ipo-ecogeni (più scuri) od anecogeni (cioè che non riflettono gli ultrasuoni e danno immagini nere).
Le immagini che appaiono applicando la sonda sulla superficie cutanea da valutare, sono visualizzate sul monitor collegato allo stesso trasduttore e valutate in tempo reale dal medico.
Egli, orientando e spostando la sonda in maniera mirata e avvalendosi della conoscenza della regione anatomica da esaminare, riconosce, interpreta e differenzia immagini normali, o fisiologiche, da quelle patologiche. Queste ultime possono essere fotografate ed allegate al referto che verrà stilato al termine dell’esame. Possono essere registrate anche immagini-video per valutare i cambiamenti nel tratto da esaminare durante il movimento, fornendo ulteriori informazioni, utili per diagnosi e terapia da attuare.
Quali sono i vantaggi dell’ecografia?
L’ecografia risulta essere un’indagine diagnostica con molteplici aspetti positivi:
- nella maggior parte dei casi fornisce dati chiari per formulare una diagnosi precisa
- è un esame privo di rischi per il paziente
- non esistono controindicazioni nè effetti collaterali in quanto l’ecografia non utilizza radiazioni ionizzanti come RX, RMN o TAC ma ultrasuoni. Per questo motivo è l’esame più utilizzato nei bambini e in gravidanza
- è rapido, eseguibile in ambulatorio ed economico
- fornisce immagini statiche ma anche dinamiche, dando ulteriori informazioni al medico e al terapista
- permette di essere ripetuto nel percorso terapeutico e di valutare l’andamento del processo di guarigione
Quali sono gli svantaggi?
- la minore risoluzione delle immagini rispetto agli esami di secondo livello può portare il Medico a prescrivere ulteriori accertamenti con TAC o RMN.
- è un esame operatore-dipendente. Il risultato dell’esame risulta più sicuro tanto più competente ed esperto è il medico che esegue l’esame
Come si svolge la seduta?
Il paziente prima di tutto fornisce al medico tutte le informazioni anamnestiche, che possono risultare utili per l’esecuzione dell’esame ecografico successivo.
Può inoltre compiere dei test clinici per valutare la funzionalità del distretto da valutare e fare già le prime ipotesi diagnostiche.
Successivamente il paziente viene messo in posizione comoda sul lettino o su di uno sgabello girevole, tale da poter esporre la zona da valutare. Dopo aver oscurato la stanza, il medico applica del gel sulla cute della parte interessata e comincia a muovere la sonda con manovre tali da ottenere immagini significative da valutare sul monitor.
L’operatore può inoltre richiedere al paziente di fare dei movimenti per evidenziare l’azione di muscoli o tendini e registrare dei brevi video.
Le immagini vengono solitamente confrontate con quelle sulla zona “sana” controlaterale per individuare e quantificare le differenze.
È possibile infatti, sfruttando le opportunità offerte dall’ecografo, misurare le aree lesionate, le aree ripiene di liquido infiammatorio od emorragico, per confrontare i dati raccolti anche a distanza di tempo.
L’esame può durare dai 20 ai 30 minuti al termine del quale il medico redigerà il referto che includerà le foto delle immagini più significative rilevate ed eventualmente dei video visibili su CD.
Quando è indicata l’ecografia muscolo-scheletrica?
- Trauma
- Lesione muscolare e tendinea
- Lesione legamentosa
- Meniscopatia
- Rigidità articolare e capsulare
- Sindrome da compressione nervosa (esempio: tunnel carpale)
- Neuroma di Morton
- Malattia reumatica
- Ciste cutanea e sottocutanea